Ancora non è stata presa nessuna decisione sul modo di proseguire il processo nei confronti dei fucilieri di Marina italiani, ma lo sarà fra 2-3 giorni. Lo ha dichiarato oggi a New Delhi il ministro dell’interno indiano Shushil Kumar Shinde.
Nella sentenza del 18 gennaio 2013 la corte suprema aveva comunque chiaramente indicato quali erano i 4 strumenti e leggi che avrebbero dovuto essere presi in considerazione per il processo, tra le quali non figura il Sua Act che ora la Nia vorrebbe utilizzare. La polizia Indiana Nia starebbe per ricevere il via libera da parte del ministero dell’interno per presentare un rapporto sulla vicenda che coinvolge i 2 Marò utilizzando una legge indiana per la repressione della pirateria che prevede la pena di morte. La situazione è entrata in fase di stallo tempo fa, per l’esistenza di una assicurazione da parte del governo fornita dal Ministero degli esteri Indiano all’Italia che il caso dei marò non rientrava fra quelli “rarissimi” a cui è applicabile la pena di morte. Ma il giornale dice di aver appreso che l’autorizzazione alla Nia per incriminare i due fucilieri di Marina ora può arrivare da un momento all’altro. Il quotidiano inoltre scrive che secondo le indagini della Nia, i marò non lanciarono avvertimenti, non utilizzarono altoparlanti, nè spararono in aria prima di colpire i due pescatori a bordo del St. Antony in avvicinamento.