Liu Zhijun, nato nel gennaio del 1953, è un ex politico cinese e burocrate di alto livello all’interno del Ministero delle Ferrovie della Repubblica Popolare Cinese. Liu è stato il figlio di un contadino, ha lasciato la scuola nella sua adolescenza per accettare un lavoro come burocrate di basso livello nel Ministero delle Ferrovie. Si alzò rapidamente all’interno del Ministero, alla fine fece diversi servizi ferroviari regionali e divenne vice-ministro, prima di essere promosso come capo del Ministero delle Ferrovie nel 2003.
Come Ministro ferroviario, Liu ha curato numerose espansioni del sistema ferroviario della Cina, in particolare il rapido sviluppo della ferrovia ad alta velocità. Era una figura di lode nazionale fino al febbraio 2011, quando fu arrestato ed espulso dal partito per le accuse di corruzione. Dopo la collisione ferroviaria di Wenzhou nel luglio 2011, in cui una quarantina di persone sono morte e 192 persone sono rimaste ferite, un rapporto del governo ha individuato la sua leadership come uno dei principali contribuenti al crollo ed è stato criticato pubblicamente.
L’agenzia di stampa cinese Xinhua è protagonista del divulgamento della notizia della sua condanna, precisando che il tribunale di Pechino ha anche sospeso l’esecuzione per due anni. Inoltre ci sono grosse possibilità che, tra due anni circa, la sua venga commutata in ergastolo.
Sempre seconda l’agenzia di stampa cinese Xinhua, Liu Zhijun nel periodo storico politico che va dal 1986 al 2011 avrebbe preso mazzette per un valore totale 64,6 milioni di yuan (circa 8,1 milioni di euro) in cambio di appalti. L’ex ministro cinese avrebbe inoltre confessato tutti i crimini da lui commessi, fornendo tutti i dati più importanti alla giustizia cinese.
Da quando Xi Jinping è diventato presidente cinese, è la prima volta che un ministro viene condannato a morte per corruzione. Ma lo stesso Xi Jinping, nel giorno del suo insediamento, aveva promesso drastiche misure su tutti coloro che avessero intralciato le regole della giustizia cinese.
da noi non ci rimanerebbe neache le fondamenta delke nostre istutuzioni